Per la maggior parte degli italiani, il periodo di feste appena trascorso ha significato celebrare in più occasioni con vini fermi, bollicine ma anche superalcolici. Infatti, durante le vacanze aumenta non solo la quantità di cibo consumata, ma anche quella di alcol. Tuttavia a partire dal mese di gennaio, sempre più persone decidono di astenersi dal bere per 31 giorni, per disintossicarsi e iniziare l’anno in bellezza, ma soprattutto in salute.
Questa pratica si chiama Dry January, ossia “gennaio all’asciutto”, e prende il nome dall’omonimo movimento, creato in Inghilterra nel 2013 dall'organizzazione no profit britannica Alcohol for Change per promuovere un reset totale di corpo e mente. Negli anni è diventato così popolare da entrare nel lessico culturale per indicare un buon proposito di inizio anno.
Infatti, gli effetti a breve e medio termine del Dry January sono molteplici. Secondo Alcohol for Change, diverse ricerche hanno dimostrato che rimanere sobri per un certo periodo di tempo, oltre tradursi in un risparmio economico, risulta essere positivo per la salute portando ad una migliore qualità del sonno, della cute, concentrazione e perdita di peso.
Inoltre, esercita una buona influenza sulle abitudini che sono frutto di ripetizione. Se ci si astiene dal bere per un mese, non sentendone la mancanza, ci sarà una buona probabilità di riuscire a prolungare questa pratica per più a lungo o iniziare, per lo meno, a moderare la quantità, dopo gennaio. E più si rimane sobri e meglio è per la funzionalità epatica e per ridurre i rischi cardiovascolari e di diabete.
L’alcol, se consumato regolarmente, è infatti nocivo per il metabolismo. Quando si beve, la priorità del corpo è quella di usare l’alcol come carburante invece dei carboidrati e dei grassi. Quindi, il corpo cambia per bruciare, prima di tutto, le calorie dell’alcol. Solo quando il corpo ha completamente metabolizzato l’alcol, tornerà a utilizzare i carboidrati disponibili.
Quando l'apporto di alcol è elevato, il fegato non riesce a smaltire l'eccesso di etanolo e riversa in circolo anche l'acetaldeide, una sostanza tossica per l'intero organismo. Ogni volta che introduciamo alcol, il fegato è impegnato ad assorbirlo, non riuscendo a fare nient’altro. È bene sottolineare come l’alcol non rovini solo il fegato, ma anche il nostro sistema nervoso, che è molto più lento a riprendersi.
Quindi, la soluzione ideale dopo il Dry January sarebbe non bere affatto o, se proprio non si riesce a portare avanti il buon proposito di astinenza, si dovrebbe moderare il consumo di alcol e sceglierlo di qualità.
Per smaltire l’alcol più in fretta, bisognerebbe introdurre una quantità moderata di zuccheri buoni. Come abbiamo visto, il fegato ha bisogno di un po’ di carboidrati e zuccheri per lavorare bene. Quindi, un quarto di banana o una Sprite, ad esempio, sono utili per disgregare gli acetati e le tossine di scarto del fegato mentre lavora l’alcol.
Esiste anche una tecnica di biohacking per accelerare il metabolismo dell’alcol. Si tratta di un protocollo specifico di applicazione dei dispositivi medici nanotecnologici Taopatch®. Applicati su punti specifici, i dispositivi Taopatch® emettono lunghezze d’onda di luce terapeutica che possono aiutare il metabolismo epatico.
Taopatch® è un mini laser di terapia luminosa che stimola una maggiore produzione di ATP (adenosina trifosfato) nelle cellule, garantendo l’energia necessaria affinché ogni processo metabolico lavori correttamente e permetta al corpo di rigenerarsi. Abbinato ad una corretta idratazione e movimento, Taopatch® favorisce una migliore respirazione cellulare che consente una espulsione più efficace delle tossine dal corpo.
Non è mai troppo tardi per adottare delle abitudini che favoriscono un benessere fisico e mentale. Se sei curioso di provare Taopatch®, visita www.taopatch.com
Nel frattempo, buon Dry January a tutti!
Comunicazione rivolta ad operatori professionali.