Intervista al Dr. Fabio Fontana di Redazione Salute Plus
L’inquinamento elettromagnetico in ufficio
Dr. Fontana, l’inquinamento elettromagnetico sul posto di
lavoro va trattato con la stessa attenzione di quello casalingo?
Assolutamente sì. Il posto di lavoro è uno dei luoghi in cui
passiamo più tempo nella nostra vita. La sedia d’ufficio, per un
impiegato, è seconda solo al materasso, come numero di ore
passate nel medesimo luogo in tutta la vita. È quindi importante
per la nostra salute, che sia un luogo che non ci danneggi con il
passare degli anni.
Come in casa, ancor più sul posto di lavoro,
ci sono molte apparecchiature di nuova generazione, con sistemi
di alimentazione a switch, che producono elettricità sporca, che
esce dai cavi elettrici e colpisce il nostro corpo. Questo è il motivo
principale per cui la dispersione elettrica sul posto di lavoro è
considerata pericolosa.
Siamo quasi nel 2020: i lavoratori si spera vengano tutelati.
A tutela del lavoratore ci sono alcuni controlli ed alcune regole
in ambito di sicurezza sul posto di lavoro.
C’è la formazione alla
corretta postura sulla sedia, ad esempio; tuttavia non si tiene
conto a sufficienza del disturbo elettromagnetico che il lavoratore
subisce sul posto di lavoro, dovuto alla somma di tutte le radiazioni
che riceve.
Qualche consiglio, allora, per i lavoratori?
Cominciamo ad elencare ciò che si può rilevare se ci posizioniamo
in un ufficio, “misurando” tutte le fonti di inquinamento.
Come in
tutti gli ambienti infatti, riceviamo i segnali dei ripetitori telefonici,
le stazioni radio, le tv, spesso molti wi-fi. Del resto questa
situazione è più o meno simile in tutti gli ambienti in cui viviamo.
Particolare attenzione sul posto di lavoro va data alla quantità di
apparecchi elettrici dai quali siamo circondati e da come siano
collegati ad internet, ma soprattutto alla rete elettrica.
Nell’ambiente chiuso dobbiamo far particolare attenzione all’uso
del cellulare, che non va mai utilizzato a contatto con l’orecchio:
ricordo infatti che si tratta di un possibile cancerogeno secondo
l’OMS e che è ancora molto dubbio il sistema di valutazione del
danno SAR utilizzato in ambito internazionale.
Vale a tutt’oggi il
principio di precauzione: ovvero, siccome non siamo ancora certi
veramente del danno che si può subire, il telefonino va usato con
cautela e precauzione.
Meglio usare un auricolare?
Meglio il vivavoce. Se possibile, utilizziamo il vivavoce in ufficio,
oppure l’auricolare bluetooth di qualità o infine l’auricolare via
filo, in questo ordine di importanza.
Parliamo ora di organizzazione delle scrivanie e dei
collegamenti al lavoro.
In questo caso la prima regola riguarda le lampade da scrivania:
sembrerà strano ma è molto più facile che un PC o una stampante
siano ben schermati e i loro cavi isolati, rispetto invece a cavi e
collegamenti delle normali lampade da scrivania. In un lavoro
di monitoraggio che ho svolto per alcuni noti enti previdenziali
e pubblici italiani a Roma, ho effettuato dei rilevamenti in più di
400 scrivanie, trovando che la causa principale di inquinamento
della scrivania fosse proprio la lampada da tavolo: non ha cavi
isolati, non ha l’obbligo di avere la messa a terra e quindi non
ha nessuna via di scarico delle dispersioni elettriche [di cui il dr.
Fontana ha già sottolineato l’importanza nella camera da letto
nello scorso numero di Salute Plus, ndR].
Stiamo parlando di fenomeni invisibili, non facili nemmeno da
considerare.
Purtroppo sì. L’occhio umano infatti non vede le dispersioni
elettriche, ma la maggior parte dei cavi che normalmente si
usano disperdono elettricità nell’aria come se fossero dei tubi
bucherellati.
Di solito si usano soluzioni fai-da-te per celare i cavi.
Per nascondere i cavi, spesso, li si fa scorrere sotto alla scrivania
e poi lungo o dentro le gambe del tavolo, posizionando un
multipresa sotto il tavolo. Comoda, si attaccano lì tutte le spine
ed i cavi non disturbano la vista. Purtroppo però questo non va
d’accordo con la salute. Le dispersioni elettriche infatti escono
dai cavi e irradiano la scrivania, cercano la strada più breve e più
veloce per raggiungere il suolo ed il nostro corpo è un ottimo
conduttore, migliore sicuramente del legno e dei materiali
plastici che ricoprono le scrivanie. Perciò appena appoggiamo
le mani o le braccia sul tavolo la dispersione elettrica sceglierà
il nostro corpo per essere scaricata a terra. Questo porta
all’assorbimento di molte radiazioni, che colpiscono, mentre
siamo seduti, i nostri organi “molli”, quelli non coperti dalla
gabbia toracica: il petto, l’addome, gli organi genitali… tutte
quelle parti sensibili che possono subire i danni dell’elettricità
sporca.
Detto così sembra un pericolo molto importante per la salute.
Certo. Secondo alcuni ricercatori potrebbe essere una delle
maggiori cause di aumento di tumori al seno e ai testicoli.
Tocchiamo ferro!
Nel vero senso della parola, tocchiamo ferro! Il metallo può
costituire la nostra salvezza in questo caso, perché scarica
a terra l’elettricità più in fretta del legno, riducendo così
l’elettricità che passa attraverso il nostro corpo.
Qual è il rimedio più importante?
Il rimedio più importante è mettere a terra più fili possibile,
rimuovere le prese dalla scrivania, preferendo una multipresa
a terra, piuttosto che in alto. Se non necessaria, stacchiamo la
spina della lampada da tavolo, almeno quando non serve. In
Germania, ad esempio, si è diffuso l’uso di cavetti di rame e
altri metalli da appendere al tavolo e da far scendere lungo le
gambe della scrivania o a terra per scaricare le radiazioni prima
che scelgano il nostro corpo. Esistono poi dei copricavi a spirale
metallici, che si usano per raggruppare i fili stessi e, facendoli
arrivare fino al pavimento, li aiutano a scaricare al suolo.
Servirebbe un tecnico esperto.
Chiaro. Tutto questo sarebbe molto più facile in presenza di un
esperto, con gli appositi strumenti di rilevamento per vedere i
livelli di dispersione e verificare quali siano le migliori soluzioni.
Altri consigli utili?
Teniamo a distanza più possibile le apparecchiature, verifichiamo
che i router wi-fi non siano vicini al nostro corpo. Il portatile
possibilmente utilizziamolo con intelligenza: ad esempio, se la
batteria è carica, stacchiamo il caricatore e poggiamo il filo a
terra. Se possibile, navighiamo via cavo e mettiamo il portatile
in modalità aereo o spegnamo il wi-fi.
Se vogliamo ridurre le emissioni del cellulare, soprattutto
quando non ha un’ottima ricezione in quel luogo di lavoro,
colleghiamolo al wi-fi: l’antenna wi-fi usata per scambiare dati
infatti è molto meno forte dell’antenna del telefonino.